giovedì 7 febbraio 2019

SPACEBORNE MARINES: Estratto capitolo 13

 

Mano a mano che vado avanti nella scrittura della bozza di FARAS, voglio offrire ogni tanto ai lettori uno scorcio di quello che sarà il prossimo romanzo sugli SPACEBORNE MARINES.
Per stuzzicare la vostra curiosità. E magari avere qualche riscontro... gli incoraggiamenti sono un balsamo per il cuore.

«Stiamo per entrare nello strato più denso dell’atmosfera. Trenta secondi al black-out radio, colonnello» disse via intercom il tenente colonnello Diskin, il pilota dell’Hornet numero uno.
«Ricevuto» rispose Pietter De La Rey.
Controllò la strumentazione e i dati nell’head up display. Con il pensiero inviò tramite l’interfaccia ESP l’ordine di aggiornarlo sulla velocità. Non appena fosse scesa a mach 2.5 avrebbe saputo che mancavano dieci minuti allo sgancio del suo Eso sull’obiettivo.
Poi vide iniziare a formarsi i bagliori del plasma, mentre l’enorme mezzo da sbarco, scudi termici alzati, cominciava a rallentare da mach 10.
Il Sudafricano sorrise.
Poco prima di partire per Faras aveva visto un vecchio film di fantascienza disponibile su mediavideo streaming, un genere che Glora detestava.
Ti sembra che quella roba sia reale, Piet? Ti pare che degli Alieni ostili invadano altri mondi in quel modo stupido? Eppure ne sappiamo qualcosa, te ed io.
Il titolo era Independence Day, non si ricordava chi fosse né il regista né i personaggi. Suo figlio Dexter, al contrario della madre, adorava quel film, ma dopo l’osservazione della moglie aveva dovuto ammettere che non aveva tutti i torti: chi aveva scritto la trama supponeva che astronavi grandi come intere città pilotate da invasori arrivati dallo spazio stazionassero immobili sospese sulle maggiori città della Terra, senza fare niente per interi giorni.
La realtà era che quando invadevi un pianeta e tu facevi la parte dell’alieno precipitavi dallo spazio nero e mortale alla velocità di una cometa impazzita, illuminandoti come un petardo prossimo a scoppiare. Esattamente come stava facendo lui, e tutta la MSOC, in quel momento.
Vide la velocità cominciare a diminuire rapidamente e l’hummm dei repulsori antigravità entrare in funzione. Il plasma sparì immediatamente e il datalink gli mostrò la posizione di tutti gli Hornet in discesa su Faras.
La formazione si divise, come cellule prossime alla riproduzione: il suo obiettivo, un aeroporto sulla costa di un continente farasiano denominato in codice Silver One, era cinquanta chilometri a sud rispetto a quello assegnato al gruppo comandato dal suo vice: il maggiore Kathryn Nelson.
La folle caduta continuò, poi nella sua mente comparve qualcosa di simile ad un pensiero, anche se non lo era affatto:
Velocità di discesa mach 2.5.
«Mobile Uno da Mobile Leader. Dieci minuti allo sgancio. Verifica dei sistemi e iniziare pre-calibratura.»
«Ricevuto» rispose Valerie Chennault, il comandante della Compagnia Alfa. Poi risposero tutti gli altri del suo gruppo.
Per un istante si aspettò anche di sentire le voci di altri, ma si ricordò che erano tutti morti quattro anni prima. Una delle enormi astronavi da guerra che facevano parte del convoglio partito da Primus portava il nome di uno di loro: la porta siluranti stellare UFSS Ishiro Fuchida.
Ishiro… so che sei qui con noi in spirito. Andiamo a seminare morte tra i nemici ancora una volta. Ed a liberare un popolo da se stesso.
«Qui Firebird Leader a Firebird One, livelliamo sull’oceano. Corsa d’attacco. Mobile Leader, cinque minuti allo sgancio. Stand by» disse la voce di Yuval Diskin, stavolta via radio.
De La Rey aprì la radio sul GCRN.
«Mobile Leader a Mobile One. Cinque minuti a Silver One. Stand by. Pronti allo sgancio.»
Ci siamo. I Fantasmi tornano in azione.

(Spaceborne Marines, FARAS, PJ Horten, (c)opyright 2019)

2 commenti:

  1. Intenso. Percepisci perfettamente la quiete prima della tempesta.

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    1. L'intenzione è esattamente quella. Bravissimo. Il capitolo sarà MOLTO lungo...

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