lunedì 24 agosto 2015

La Speranza di Daria Yx

 Qualcuno, leggendo MINACCIA, si sará chiesto magari cosa sia successo a Daria Yx in quell'intervallo di tempo che parte dalla famosa cena sulla UFSS Prax a quando Dexter la incontra di nuovo sulla Terra.
Se avete questa curiositá questo racconto, totalmente inedito, fa per voi.



"Dove sei stata?" le chiese Thory Yx.
Daria sussultó. Non prevedeva di incontrare suo fratello proprio in quel momento.
Sapeva quali decsioni erano state prese.
Non poteva opporsi ad esse, anche se si sentiva morire dentro.
"La tua nave é grande, fratello. Avevo bisogno di stare da sola."
"Se sei triste perché il Terrestre ha lasciato la UFSS Prax, sappi che gliel'ho chiesto io."
Per un momento l'equilibrio del Keer'Medun vacilló.
"Non dovevi interferire, Thory" rispose sibilando la Dariana.
Thory Yx rimase stupito dalla reazione ostile della sorella.
"L'ho fatto per il tuo bene."
Daria spazzó via le emozioni. A scuola su Dari lei era risultata eccezionalmente brava nel controllo di questo lato della sua personalitá.
Era il primo stadio di una difesa empatica efficace: mascherare a chi avevi di fronte le proprie emozioni e mettersi, invece, in ascolto di quelle altrui.
Togliere il rumore di fondo rendeva tutto piu' facile.
Thory era sorpreso, e preoccupato.
Daria percepí amore in lui, la tensione di chi vuole proteggere dal male.
Lei, invece, era in quel  momento un guscio vuoto. Represse anche la stilla di dolore che le trafiggeva il cuore.
"Tu cosa sai del mio bene? E se lo avessi scelto per me?" rispose lei.
"É un Terrestre, Daria. Oggi ti amano, domani non sanno che farsene di te. Non hanno il Keer'Medun" rispose il fratello dolcemente.
"Tu non hai percepito quello che ho percepito io quando mi sono unita a lui. Quell'uomo é capace di sentimenti grandi, forti ed inossidabili.  Piu' di quanto abbia mai percepito facendo sesso con qualsiasi Dariano io abbia avuto."
"Questo ora, Daria. In futuro... cosa ne sai? Non voglio rischiare di perderti perché lui un giorno si sará dimenticato di te, e vederti contorcere in preda al knar'a-dar."
Il Knar'a-dar...
Daria sentiva giá dentro di se la tristezza travolgerla, ed i primi sintomi, leggeri come una brezza su una montagna di granito.
"Partiamo stanotte, ora di Dari" disse suo fratello.
"Destinazione?"
"Moras. Rory Garna ti vuole immediatamente li."
"Perché non posso nemmeno toccare la superficie di Dari? Casa mia?"
Il dolore cominciava ad essere intollerabile. Daria represse le lacrime.
"Il Gran Consiglio non vuole."
"Sono stata bandita?" domandó con l'ultimo barlume di autocontrollo.
"No. Ma gli Anziani vogliono vedere come ti comporti."
"Thory, io sono stata amata da quel Terrestre. E il mio popolo mi tratta come se mi fossi rotolata in un letamaio" rispose Daria in tono tagliente.
"Sai, Daria? Ho percepito in Dexter Dax molto dolore, quando ho detto che non doveva piú rivederti. Ma mai, nemmeno per un istante, amore per te. É confuso, esitante per tutto quello che riguarda il mondo dei sentimenti, della consapevolezza di se. Digli di andare incontro alla morte, e lui saprá affrontarla. Digli di andare incontro a chi ama, e non lo saprá riconoscere."
"Oh, ora citi anche i poeti di Dari, Thory..."
Si voltó ed aprí la sua cabina con il badge personale.
"Io so cosa ho percepito. Sono sempre stata piu' brava e profonda di te con l'empatia, fratellone. Lui mi ama. E mi amerá per sempre. Anche se non se ne rende conto."
Thory sospiró. E dentro di se la paura lo scosse. Se aveva ragione sua sorella non sarebbe arrivata viva su Moras. Non sarebbe sopravvissuta alla separazione.
"E forse non se ne renderá conto mai, Daria. Per cosa vuoi vivere? Trova almeno una ragione. Tu lo ami?"
Daria guardó il fratello senza dire niente.
Poi entró nella sua cabina e la porta si richiuse automaticamente.
Thory scosse la testa e poi si diresse in plancia di comando.
Chiamó il capitano Ellax, del Servizio Medico della Flotta.
"Ellax qui Yx."
"Dica pure comandante."
"Puó farmi un favore?"
"Tutto quello che vuole."
"Tra un paio d'ore puó andare a controllare mia sorella come sta?"
"Cosa teme? Fisicamente sta benissimo dopo l'incursione su Erya e..."
"Ellax. Per favore."
"Lei pensa che?"
"Si..."
"Senz'altro. Ma se il processo é iniziato posso fare ben poco per fermarlo."
"Lo so. Lo fará?"
"Si. Ci conti."

Daria era nuda e piegata in due sul pavimento della cabina.
Piangeva senza ritegno.
Il dolore per la separazione da Dexter era intollerabile al punto da causarle una febbre che le faceva torcere le ossa.
Sentiva la rigiditá muscolare cominciare ad attanagliare le gambe e le braccia.
"Che venga la morte. Non posso resistere ad una cosa del genere. Keer'Medun, abbi pietá di me."
Separata per sempre dall'uomo che amava, anche se non era della sua specie.
Quali oceani di amore aveva visto mentre era unita a lui.
Tesori sepolti sotto montagne di dovere, di morte.
Dolcezze infinite che dormivano sotto strati spessi di razionalitá, di concetti come onore, come lealtá.
Il Corpo dei Marines plasmava cosi i suoi uomini.
Anche quella sera, dopo cena, l'aveva sentito chiaramente.
Aveva corrotto un pilota Terrestre di navetta e si era fatta portare sulla UFSS Orel.
Aveva ancora il badge della cabina di Dexter con se. Nel tragitto da una nave all'altra se lo era stretto al petto come se fosse una reliquia.
Vederlo ancora. Lei doveva sapere. Ora piú che mai.
Aveva pagato una bella sommetta in crediti della Federazione affinché il pilota la aspettasse per il viaggio di ritorno e poi si era avviata nel ventre della UFSS Orel fino a raggiungere la cabina di Dexter Dax.
Quando aveva usato il badge, l'aveva trovata vuota, ma gli effetti personali di lui erano ancora li.
Si era seduta ad aspettarlo e poco dopo la porta si era aperta.
Lui era li, che la guardava come se fosse la personificazione della sorpresa.
Era rimasto per un lungo momento senza parole.
Lei si era alzata, aveva teso la mano con il badge e gli aveva detto (oh... non lo avrebbe dimenticato MAI piu'!): "Ciao Dexter, ho dimenticato di restituirti questo..."
Percepiva dolore immenso in lui. E amore. Amore. Amore. Era solo lei a percepirlo, lui sembrava un idolo di pietra con un cuore umano.
Si domandó se lui se ne sarebbe mai reso conto. Ed ebbe paura che suo fratello Thory avesse ragione. Dexter non avrebbe mai toccato con mano quello che lei vedeva come se fosse una montagna illuminata dal sole di mezzogiorno.
Era una cosa talmente forte da farle girare la testa.
"Sei venuta solo per questo, Daria?"
Il tono di Dexter era arrabbiato.
Chiuse gli occhi.
"Secondo te, Dex?"
Dexter distolse lo sguardo.
"Dopo che sono uscito dall'infermeria... sono venuto qui..." mormoró "E la tua roba non c'era piu'. Mi sono addormentato con un tuo bacio. Ed il risveglio é invece stato amaro..."
Daria si trattenne dal gettarsi nelle sue braccia. Doveva sapere. Ora. Doveva lasciarlo parlare.
"... tu non c'eri."
"Ti manco?"
"Si."
"Ti manca solo il sesso. Io sono brava a letto, lo so."
Dexter boccheggió.
Daria percepí rabbia, ma rivolta contro se stesso.
"Perché ce l'hai cosi con te stesso, Dex?"
Lui scosse la testa.
"Io... non riesco a capirmi piu', Daria. Ho avuto altre storie, ho fatto sesso con altre donne... beh... tutte della mia specie. Sono venute ed andate nella mia vita. Di qualcuna ho sentito anche la mancanza per un po'. Ma mai cosi come con te. Daria... "
"Si?"
"La prospettiva di non vederti piú mi sta uccidendo. Io non so cosa cavolo ho. Maledizione!"
Le braccia di Daria le facevano male per la voglia di abbracciarlo e stringerlo a se che aveva. Ma non si mosse. Doveva sapere. E c'era rimasto poco tempo.
A quelle parole lei aveva avuto un sussulto. Erano parole che avrebbe detto un Dariano. Solo che un Dariano avrebbe saputo perfettamente cosa gli causava quel malessere.
Lui la amava. Ma per esserne sicura c'era un solo modo. Ma doveva farlo nella maniera giusta, per non influenzare la mente di quel Terrestre cosi sicuro sui campi di battaglia e cosi insicuro per quello che riguardava il mare dei sentimenti.
"Mi manchi anche tu. E mi mancherai tanto. In una maniera che non puoi nemmeno immaginare."
"Io non riesco ad immaginare come faró  a starti lontano. Ci si é messo di mezzo tutto, Daria, non solo il Gran Consiglio di Dari. Anche il WEC ed il Corpo dei Marines. Vedono un pericolo nella nostra relazione..."
Lei sentí il lato razionale di lui che riprendeva il sopravvento.
Poggió il badge sul tavolinetto.
Poi gli prese la mano e se la poggió sul volto.
Dexter la guardava come se lei potesse scomparire da un momento all'altro.
Poi la prese e l'attiró a se, le prese la testa con una mano, sorreggendola, in quel gesto che a lei piaceva tanto, cosi tenero e protettivo, e la bació.
Si spogliarono con una foga da adolescenti e si ritrovarono a fare all'amore nella cuccetta, lentamente.
Lei lo guidava e lui la prendeva seguendo le vibrazioni del suo corpo. Non era solo la carne a parlare.
Quando lui, dopo parecchio che erano diventati una cosa sola, raggiunse l'acme dentro di lei Daria passó ad un'altro livello di consapevolezza.
Fu come se gli fosse entrata nella mente e strato dopo strato, aveva raggiunto il nocciolo di Dexter.
Era un posto caldo e luminoso, ma molto profondo e nascosto, di una bellezza incomparabile.
Erano ancora uniti nell'atto sessuale, ma al tempo stesso liberi e fluttuanti.
"Dexter... sai dove sei ora? Dove siamo?" domandó lei.
"Non ci sono venuto mai. E' la prima volta. E' bellissimo..." rispose Dexter-di-dentro.
"Sei tu. E questo é generato da quello che provi per me."
"Qui ci sono tutte le cose piu' belle della mia vita" sussurró Dexter-di-dentro "Ed altre che desidererei vivere."
In mezzo ad una radura, Daria vide un movimento.
C'erano due bambini, una femminuccia ed un maschietto, che giocavano.
Il maschietto aveva gli occhi da Terrestre. La femmina erano come i suoi da Dariana.
"Vuoi dei figli?" domandó lei bisbigliando dolcemente.
"Si. Da te."
"Anche io li voglio da te, Dexter."
"Come faremo per tutto il resto? Ci stanno separando."
"Dimmi che mi ami."
Lui rispose senza esitare.
"Ti amo. Lo so."
Lei sorrise, mentre dentro di se sapeva che le sarebbe costato sofferenze inaudite. Ma c'era la speranza, tutto quel luogo ne parlava. Ed il bisogno di esprimere amore di lui non faceva che rinforzare quella luce sottile.
"Lo sai qui Dexter. Non a livello cosciente. Io ti ameró per sempre, lo sai?"
"Anche io..."
Lei scosse la testa.
"Non puoi. Non ora. Ma il Keer'Medun usa strade imperscrutabili e mi riunirá a te. Ora devo andare."
"No..." il grido di lui le fece male come una lama nel cervello.
"Non c'e' piu' tempo Dexter. Ma posso fare una cosa..."
"Cosa?"
"Posso portare un po' di te con me. Anzi... dentro di me. Letteralmente."
Si staccó da lui, con una fitta di dolore nel petto.
Poi prese il bambino per mano.
"Vieni con me?"
"Si mamma..." disse il piccolo con la voce blesa.
"Daria... "  aveva implorato Dexter.
"Non c'e' piu' tempo. Devo andare. Ma ho tuo figlio giá dentro di me Dexter. Se mi vedrai ancora, saprai quanto mi ami. Ora segui la tua strada. E cresci in consapevolezza. Io ti aspetteró."
Le era costato molto piu' di quello che aveva previsto staccarsi da lui.
Dexter non era cosciente come il suo io interiore dei suoi sentimenti.
Le aveva chiesto solo "Non c'e' altro modo? Dobbiamo separarci cosi?"
"La Vita trova la strada. Dex. Ed il Keer'Medun é la vita."
Poi si era rivestita ed era andata via, aveva ripreso la navetta e si era fatta riportare appena in tempo sulla UFSS Prax, con la nuova vita che le pulsava in grembo.
I ricordi le giravano in testa, vividi come ferite sulla carne.
Daria si toccó il ventre.
Cercó un pensiero razionale e ci si attaccó, per non rimanere vittima, letteralmente, delle sue emozioni.
"Il 50% del DNA del feto che porto in grembo... é di Dexter. Lui é con me. Anche ora..." disse con forza.
La tensione muscolare si attenuó.
Recitó l'Imat'Medun, la nenia che ripeteva le Quattro Virtu'dariane.
E mano a mano che lo faceva sentiva il feto crescere dentro di se, anche se era solo un pugno di cellule nel suo utero e nessuno avrebbe notato la gravidanza ancora per settimane.
"Io vivró. Devo crescere mio figlio. Ed il figlio di chi amo. Io vivró."
Tremó ma riuscí a tirarsi seduta, appoggiandosi alla parete.
Aveva smesso di piangere e la rigiditá muscolare era quasi del tutto passata.
Quando il dottor Ellax entró nella cabina, la trovó sofferente ma ancora in vita.
Ellax si rese conto di quanto Daria fosse stata vicina a morire per il knar'a-dar.
E capi immediatamente il motivo della regressione.
Era un vecchio Dariano pieno di compassione, Ellax.
Sollevó Daria, la mise sulla cuccetta e la coprí pietosamente.
"Non... non dica niente a Thory."
"Non lo faro', Daria. Sei tornata viva dall'inferno. Chiunque sia, dovrebbe sapere quello che stai passando a causa sua."
"La prego..."
Ellax annuí.
"Terró il segreto. Non ti preoccupare, figlia mia. Tra tre giorni saremo su Moras. Ti somministro un tonico, cosi gli ultimi sintomi del knar'a-dar scompariranno..."
"Grazie..."
Non appena Ellax le fece l'iniezione sotto pelle, Daria si addormentó, sfinita.

I giorni su Moras si alternavano in una strana sequenza.
Durante le ore di attivitá nel laboratorio del Dipartimento di Scienze Xenomorfe della Flotta Stellare, Daria si era gettata a capofitto nel lavoro, guadagnandosi ben presto l'ammirazione e la fiducia di Rory Garna.
Il capo del dipartimento ben presto le aveva delegato molti incarichi su progetti delicati.
Le notti, invece, erano ancora terribili. A volte la mancanza di Dexter era cosi forte da farle credere che il knar-a'dar stesse per tornare.
Gli istinti suicidi terminarono nell'ultimo mese di gravidanza.
Quando partorí la gioia si era mischiata con altro dolore.
La notizia che una Dariana aveva partorito senza il padre del bambino accanto aveva raggiunto il Gran Consigli e le aveva fruttato il bando temporaneo da Dari. Thory le aveva mandato un messaggio, chiedendole come aveva potuto nasconderle una cosa simile e dicendole che non desiderava essere in contatto per lei fino a nuovo avviso.
Ma la vista del bambino le aveva donato una gioia immensa.
Era la sua ragione di vita.
Ogni momento che non passava in laboratorio, lo spendeva con Hadi, cosi lo aveva chiamato.
Aveva fatto amicizia con una giovane tenente morassiana, Thera Myrna. Si era confidata con lei, e la Morassiana l'aveva presa a cuore. Myrna le aveva fatto persino da babysitter quando la guerra aveva avuto una recrudescenza ed era arrivata una mole di lavoro enorme al laboratorio.
Nonostante i suoi avvertimenti, la Federazione aveva invaso e ripreso Erya agli Urdas.
Quando aveva letto le notizie su The Daily Federal, aveva avuto un balzo al cuore.
Un'unitá dei Marines era sbarcata prima di tutte le altre ed aveva catturato intatto un impianto di terraformazione Urdas.
Se c'era uno Marine in grado di condurre un'azione del genere era Dexter. Aveva corso un pericolo enorme. Ed ora sapeva anche dove si trovava, anche se non era contenta che lui fosse sulla linea del fronte.
Rory Garna era partito per Erya, per installare un enorme laboratorio di studio sugli Urdas.
Lei aveva chiesto al colonnello morassiamo se poteva assisterlo in quel lavoro.
In quel modo sperava di incontrare Dexter, prima o poi, perche' l'unica cosa certa é che anche Dex era su Erya.
Garna aveva scosso la testa.
"No Daria. Mi servi qui. Nel lavoro di seconda linea e di analisi... " Garna aveva esitato e poi, in perfetto stile morassiano, si era sbottonato: "Ho ricevuto pressioni per non mandarti su Erya. Ma non consentiró che questo ti ostacoli la carriera. Tu qui sei la migliore di tutti, la piu' dotata."
"Pressioni da parte di chi?"
"Il Gran Consiglio di Dari. C'e' qualcuno che non vogliono che tu incontri, laggiú."
Sapevano di Dexter, allora. Probabilmente il Corpo dei Marines aveva aggiornato il Gran Consiglio su dove si trovasse quel Terrestre cosi pericoloso.
Poi erano arrivati i cadaveri. Quasi duecento cadaveri di bambini Urdas.
Quel lavoro l'aveva messa a dura prova.
Lei era madre, e vedere dei bambini ridotti a poltiglia le aveva suscitato rabbia.
Aveva saputo da dove venivano. Ed allora la cosa aveva assunto un'altro aspetto.
"Sono prove forensi per un processo. Hanno incriminato un capitano dei Marines" le disse Myrna.
"Per cosa? "
"Comportamento criminale in battaglia, od una cosa del genere" disse la Morassiana facendo spallucce.
"Chi?"
"Non si sa il nome. E' una notizia coperta da segreto ancora. Non sappiamo nemmeno il nome dell'unitá."
Aveva letto tutto il dossier, l'aveva divorato, poi aveva eseguito le analisi. Ed aveva scoperto l'orrore della trasformazione in Ibridi anche sui bambini. Aveva studiato le mutazioni caratteriali, sull'unico Ibrido, ancora vivo, che avevano catturato su Erya.
Diventavano in tutto e per tutto come gli Urdas, compresa l'assimilazione culturale.
Quando aveva finito la perizia, si era convinta, dati alla mano, che se Dexter aveva ordinato il fuoco su quei bamibini lo aveva fatto per ottime ragioni.
Fu sorpresa quando Garna la chiamó da Erya, in distorsione sub-spaziale.
"Daria? Puoi farmi un favore?"
"Tutto quello che vuole, colonnello."
"Mi ha chiamato il generale Edson..."
A quel nome Daria ebbe un tuffo al cuore. Era il comandante dei Marines, presente quella sera a cena sulla UFFS Prax assieme a Dexter.
"... e mi ha chiesto di testimoniare ad un processo per crimini di guerra sulla Terra. Io non ho ne la voglia ne il tempo di andarci. E poi non ha fatto lei il lavoro forense sui cadaveri proprio per quel caso?"
"Si, colonnello. So i risultati a menadito."
"Allora é inteso. Va sulla Terra..."
"Ho il bambino, io..."
"Non ha a chi lasciarlo?"
 "No. Su Moras sono sola. E non posso chiedere al tenente Myrna di tenermelo per un'intera settimana" rispose Daria "Ma posso pagare io il biglietto per Hadi. Solo una domanda, colonnello..."
"Dica pure, Daria..."
"Se vengo convocata come testimone, il Gran Consiglio puo' metterci bocca?"
Rory Garna rise nel suo modo aperto e cordiale.
"Una volta che le é arrivata la citazione, nemmeno il WEC puo' farci niente."
"Allora non vedo problemi. Ad Hadi provvedero' io."
"Se lo porta dietro?"
"Ha un'anno. Ed é robusto come l'animale di cui porta il nome. Non avró problemi."
"Allora inteso. Parte tra tre giorni. Grazie per avermi tolto questa seccatura, capitano..."
Non sai quanto ti ringrazio io, colonnello Garna. É ora che veda suo padre, completo' il pensiero tra se e se Daria.
Daria partí tre giorni dopo per la Terra con Hadi nel marsupio, un paio di borse piene di cose per se e per il bambino, non sapendo ancora che su Moras non ci sarebbe tornata piú, ma con il cuore pieno di presentimenti lieti come non le accadeva da tempo.

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