giovedì 5 gennaio 2023

Il Cammino è la Cosa più Importante

Non pretendo di essere un Leon Tolstoj, dove per seguire il suo monumentale "Guerra e Pace" si deve ricorrere ad un quaderno di appunti per non perdere il filo del collegamento dei vari personaggi.

Ma fatta salva la "sospensione di credibilità", necessaria per ogni opera di fantasia, fosse pure ambientata ai giorni nostri (un perfetto esempio è "Il Giorno dello Sciacallo" di Forsyth, dove in un contesto perfettamente reale e storico viene inserita la vicenda del killer reclutato dall'OAS, diventato poi leggendario con l'omonimo film di Fred Zinneman intepretato da Edward Fox) deve essere verosimile.

Qui gli approcci sono due: si prende un personaggio e lo si caratterizza come un fumetto. Risolve tutto lui, fa tutto lui, vince quasi da solo qualsiasi situazione, gli altri sono solo sbiaditi comprimari.

Oppure lo si contestualizza in un ambiente verosimile e gli si fanno fare cose verosimili, dandogli profondità e tridimensionalità. Se si leggono i libri di Sven Hassel, o i memoriali di guerra di un Cornelius Ryan o di un Stephen Ambrose, i soldati non vanno in guerra perché hanno le mani che gli prudono per la voglia di uccidere qualcuno.

Innanzi tutto chi li manda in guerra ha le sue motivazioni. E sono importantissime: sono studiate da quella materia, altamente empirica, chiamata geopolitica. Nell'universo di Spaceborne Marines la geopolitica non cessa di esistere di certo ma viene addirittura espansa. Se si tiene conto della definizione di geopolitica data da Yves Lacoste:

 Viene considerata geopolitica quella situazione nella quale due o più attori politici si contendono un territorio. In questo contendere, le popolazioni che abitano il territorio conteso, o che sono rappresentate dagli attori che se lo contendono, devono essere coinvolte in questo conflitto attraverso l'uso degli strumenti di comunicazione di massa

 nel nostro caso si potrebbe parlare addirittura di astropolitica o di cosmopolitica!

 Fatta questa premessa, sto vedendo alcune recensioni della 2° parte di Faras dove ci si lamenta per una serie di cose, che elenco:

1)  l'introspezione psicologica dei personaggi

2) le "scene" dove si segue anche quello che fa il nemico.

3)  ci sono tanti nomi Farasiani.

Recensioni, alla fine, lusinghiere, di cui ringrazio i lettori, ma ci sono delle cose che mi lasciano perplesso.

Le premesse erano state spiegate nel 2020, mentre la 2° parte (diventata poi 2° e 3°) era in fase di stesura,  in questo post di questo blog.

Quindi mi accingo a rispondere:

1) come detto sopra, sono le motivazioni che spingono un personaggio a fare una determinata cosa, a commettere un errore, o compiere un gesto eroico. Non descrivo un videogioco, a cui, purtroppo, troppi sono abituati: premi il bottone e il personaggio fa una determinata cosa. Nel mio universo, come nella vita reale, non funziona così. Spaceborne Marines, non è Doom, non è Call of Duty. Spaceborne Marines non è certo la guerra, ma la cita in continuazione attingendo da pagine di storiografia che vanno da Alessandro Magno fino a Desert Storm. Se volete il giocattolone "spara-e-distruggi", Spaceborne Marines non fa per voi. E questo ci porta al punto successivo...

2) Ci sono n motivazioni che mi hanno spinto, per la prima volta, a dare una visione al lettore di quello che accade in campo avversario. I Farasiani non sono dei nemici implacabili e quasi inumani come gli Urdas. Faras è un pianeta popolato di gente. E la guerra, con il suo carico di di morte e distruzione, sconvolge i rapporti che ci sono tra la gente: la società. Per capire COME stia agendo l'evento bellico e dove porterà è indispensabile anche sapere cosa fa e pensa il nemico. Vi do un vantaggio che nemmeno Dax ha: dovreste essere contenti! Inoltre non mi andava l'idea di disumanizzare il nemico, visto che parliamo di una guerra civile e che, quindi, una parte del pianeta sta con la Federazione e l'altra parte invece è contro. Anche questo da profondità ai cosidetti villain (o dovrei chiamarle villane, visto che sono donne?). Infine lo scopo era di esplorare, per quanto in maniera altamente incompleta, usi e costumi farasiani vivendoli da dentro e non come un antropologo del National Geographic. Spero di esserci riuscito.

3) Siamo su Faras, è OVVIO che se fai una guerra su in intero pianeta ci siano tanti nomi Farasiani! E non cambierebbe se fosse ambientato durante la 2° Guerra Mondiale! Il lettore, a titolo di esempio, prenda il libro di Stephen Ambrose sulla Easy Company e cominci a tenere conto del numero di personaggi (reali questa volta!) che appaiono e scompaiono dalla timeline. A parte uno sparuto nucleo, il maggiore Winters e pochissimi altri, il resto cambia in continuazione: chi muore, chi viene ferito, chi viene mandato in licenza, ci sono gli arrivi dei rimpiazzi, etc. etc. Nel capitolo dedicato alla presa di Foy, in Belgio, Winters fa il conto che la compagnia dal giorno dello sbarco ha perso il 50% degli effettivi iniziali! Ora pensate a quanto si sarebbe perso della storia della Easy se si fossero narrate le vicende riguardanti solo il nucleo immutabile dei protagonisti. Se si prende un'opera di fantasia, come Il Signore degli Anelli, accade la stessa cosa: ci sono miriadi di personaggi attorno al nucleo duro della Compagnia dell'Anello, che vanno e vengono in continuazione. Nell'universo di SM (per amor di brevità) accade la stessa cosa: appaiono dei personaggi che hanno una funzione specifica in quel momento, ma esaurita, non hanno più ragione di esistere. Quelli che invece hanno un ruolo anche in futuro riappaiono. Ragazzi: la vita funziona così! Ed io ho la pretesa di fare da specchio alla vita! Mi dispiace: niente recap. Niente reboot. Sta a voi ed al vostro cervello afferrare l'onda e cavalcarla. Cercare di capire e collegare. Cosa che il mondo ipertestuale e interconnesso di oggi vi ha disabituato probabilmente a fare. Vi dico solo di non scoraggiarvi, perché se per voi è faticoso seguire, figuratevi per me che ho dovuto letteralmente mettere assieme un mondo inesistente, pieno zeppo di gente di cui non so nulla fino a che non incrocia la timeline della mia narrazione, e poi raccontarvelo!

Non vi perdete dunque d'animo e molte cose della 1° e 2° parte troveranno una spiegazione nella 3° ed ultima parte.
Gustatevi la vicenda, sforzatevi di capire, cercate profondamente nei personaggi.
Perché ognuno di loro è un aspetto di noi stessi, compreso me.

Vi lascio con una massima, metafora dei miei progetti letterari, e vi auguro una felice e serena Epifania 2023:

 Il senso della nostra vita è il cammino, non la meta. Perché ogni risposta è fallace, ogni appagamento ci scivola tra le dita, e la meta non è più tale appena è stata raggiunta. – Arthur Schnitzler



8 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo. Una saga decisamente ben strutturata e di qualità. Complimenti

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  2. Ho quasi finito faras 2 parte..bello come tutti i capitoli precedenti!complimenti all'autore !!

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    1. Ti ringrazio. La terza ed ultima parte è ancora in fase di bozza ma verrà pubblicata presto (il 90% è già stato scritto). Sperò ti piacerà anche il finale.

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    2. Gennaio è finitoooo 😊

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  3. 03.02.2023 ????? Sono in crisi di astinenzaaaaa!!!!

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  4. Complimenti per la saga. Molto ben scritta

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    1. Grazie! Ancora un po' (poca) di pazienza ed arriva il gran finale... (P.J. Horten)

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