domenica 7 aprile 2019

UPDATE progetto FARAS: Sema torna in azione!



Il capitolo 19 è uno dei capitoli più lunghi che io abbia mai scritto: 10669 parole nella versione bozza.

Tenete conto che RESURREZIONE, il più lungo dei libri della saga SPACEBORNE MARINES, è di oltre 700.000 parole.

Il capitolo inoltre fa tornare in azione Sema Harna, in veste di agente dell'FSA, perchè ne è la protagonista indiscussa ed accadono moltissime cose.



Ecco un breve estratto, per dare un'idea:

Il colonnello Von Holstein rilesse il messaggio arrivato dalla Terra poche ore prima. Sapendo il tempo di percorrenza tra quel pianeta e Faras, significava che l’agente dell’FSA che avrebbe dovuto rimpiazzare Lena Kazinsky era già in viaggio da due giorni quando lo avevano inviato. Una precauzione inusuale, che sottolineava l’importanza dell’incarico:

Walker in arrivo. Presentatela a Dax e fornite tutto l’appoggio possibile a Village.
Non erano state forniti né dati biometrici né parole d’ordine. C’era solo l’inizio della seconda frase che faceva pensare a qualcosa, come il fatto che Dax fosse in grado di identificare Walker con certezza.
Vide la navetta atterrare e dei militari scendere: un plotone di Fanti Federali, personale della Flotta Stellare, carichi vari.
L’attenzione del Tedesco fu attratta da un Marine donna, una Morassiana con i gradi di capitano. Il Corpo si aspettava dei rimpiazzi, c’erano state perdite durante l’Operazione Fort Sumter, ma nessuno nella SEU Territoriale o nella MSOC.
Il gruppo percorse l’enorme piazzale in cemento ed entrò nel terminal. Gli ufficiali presero in carico i Fanti, altri i tecnici della Flotta Stellare. L’ufficiale dei Marines si diresse diritta verso Von Holstein, depose il pesante bagaglio, e salutò militarmente.
«Capitano dei Marines Sema Stone agli ordini, colonnello. Credo di essere attesa.»
Il Tedesco rispose al saluto e non accennò a prendere il bagaglio. Si rivolse ai due graduati della Polizia Militare dei Marines che erano con lui.
«Prendete gli effetti del capitano Stone e seguiteci.»
Poi si rivolse, a bassa voce, all’ufficiale.
«Walker?»
«È il mio nome in codice. Devo mettermi a rapporto con il generale Dax immediatamente.»
«Questa è l’idea, capitano Stone.»
Nonostante il viso devastato dalle cicatrici di Von Holstein, Sema riuscì a leggere le microespressioni facciali: imbarazzo e fastidio.
Si avviarono lungo il corridoio che portava al parcheggio dell’area militare.
«Qual’è il problema, colonnello?»
«La sua uniforme. Preferirei che come copertura avesse adottato qualcos’altro.»
«Ah, la sua mistica del Corpo.»
«Ha letto il mio file?»
«Ovviamente. Ed anche quello che riguarda le azioni del reparto che comanda. Il fatto è che dovrò agire assieme ai Marines. E quindi ho bisogno di confondermi tra di loro.»
«Non ci si improvvisa Marines, Stone, sempre che questo sia il suo nome.»
Sema sorrise.
«Non è la prima volta che vado in azione assieme al Corpo. Come non è la prima volta che calpesto la superficie di Faras.»
Von Holstein la guardò aggrottando le sopracciglia.
«Le Cupole di Minia’t, assieme a Taczak?»
«Non posso dirle niente, colonnello» rispose Sema.
Probabilmente sa che il reparto di Taczak è stato su Faras. E che c’erano due civili con loro. Non sapeva chi fosse uno dei due, fino ad ora.
Poi Von Holstein parlò di nuovo, e dimostrò di avere una mente affilata e perspicace.
«Ancora con l’idea idiota di raggiungere Shiloh
«Cosa glielo fa pensare?»
«Due motivi. In primis lei è il rimpiazzo del capo di Village. E quindi è ovvio che voglia proseguire la sua opera. Ed in secondo ordine, se deve agire sotto copertura scimmiottando dei Marines perchè agirà con loro, l’unico posto dove può essere utile è dall’altra parte dell’oceano, assieme agli uomini del maggiore Reid-Daly.»
«Niente male, Von Holstein. Mai pensato di lavorare per l’FSA?»
Il Tedesco si voltò e la guardò diritto negli occhi.
«Non pensi di prendermi per il culo e rimanere viva, chiunque lei sia.»
«Non pensi che sia facile farmi fuori. Lei è per metà umano e per metà latta e circuiti elettronici. Ho eliminato esseri tetragoni alle normali pallottole tutto da sola.»
«E come, con le sue manine azzurre?» disse Von Holstein aprendo la portiera del SUV di servizio dei Marines.
«No. Facendo esplodere una granata da 40 millimetri a distanza ravvicinata. Ho eliminato la sicurezza del detonatore. Erano androidi da combattimento.»
Von Holstein si girò lentamente e la fissò con l’unico occhio biologico rimasto.
«Progetto ADAM?»
«Ancora esatto» rispose Sema salendo a bordo e mettendosi seduta sul divanetto posteriore.
Ci fu un sorriso rigido da parte del colonnello dei Marines.
«Lei ha più palle di quanto supponessi. Benvenuta su Faras, capitano.»


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