giovedì 23 febbraio 2017

A SANGUE FREDDO: Teaser.


Il 28 Febbraio esce il nuovo episodio di A Sangue Freddo.

Per stuzzicare l'appetito, qualche passaggio tratto dalla nuova indagine di Sema Harna e la sua squadra.




«Comando la 31.ma Brigata d’Assalto, ho messo la prima stelletta da generale sul bavero da due mesi, Dexter. Ma non ho fatto in tempo a godermela. Da qualche ora sono diventata il Comandante della Terza SEU» disse il generale Helen Ridley.
«Che significa che non hai fatto in tempo a godertela? Un generale di brigata non può comandare una SEU» rispose preoccupato Dax.
«Infatti. Tranne se è il generale subalterno con più anzianità ed il comandante di SEU è morto. Il generale McFarlane è stato ucciso questa mattina. La polizia e l’ufficio dell’MCCIB su Primus propendono per un omicidio a scopo di rapina. Io non la bevo. McFarlane era un tipo tosto. Mi rifiuto di credere che un Marine sopravvissuto agli Urdas combattendo all’interno di una scatoletta come l’Exosuit si faccia ammazzare da un teppista di strada.»
«Cosa vuoi che faccia, Helen?» chiese Dax.
«Voglio il meglio. E voglio che il colpevole venga trovato e punito come merita.»
Dax annuì. Un altro colpo per l’Operazione Lazarus. McFarlane era un eccellente comandante di SEU ed uno di quegli ufficiali su cui Dax contava di più per ricostituire il Corpo dopo la guerra.
«Ho capito. Lasciami fare. L’indagine è di competenza dell’MCCIB, ma conosco qualcuno in grado di gestirla come richiedi. Ti faccio sapere nel giro di 24 ore.»

[...]

«Sono tombe?» chiese Sema.
«Si» rispose Volkov.
«Non è logico. I corpi in questo modo occupano un sacco di spazio. Quanto è grande questo cimitero?»
«Non è il più grande di Kiev. E da quando la gente se ne è andata praticamente non ci viene seppellito più nessuno.»
«Ma è una estensione di ettari! Per cosa?»
Volkov si voltò per un istante a guardarla.
L’eliauto svoltò e proseguì per un altro viale. In quel punto le tombe erano vicine al ciglio della strada e fecero venire i brividi alla Morassiana.
«Per far dormire chi è stato il nostro nonno. O nostra madre. A volte, per far riposare i nostri figli» rispose Volkov.
«I morti non riposano. Sono morti» disse ostinata Sema «L’unico posto dove riposano è la mente. Perché li sono ancora vivi.»

[...]

Bennett fece un gesto di sufficienza e rispose in maniera flemmatica.
«Non mi dirai Harna ed i suoi?»
«Lei e pochi altri. Ed invece di proteggerli ora ne hai fatto dei possibili bersagli. Cosa di cui ho informato il Presidente West. Harvey tu devi solo pregare che ad Harna o ai suoi non capiti niente e che questa inchiesta vada in porto in maniera automaticamente liscia. Perché in caso contrario metterò non solo il tuo lavoro ma la tua vita sotto il microscopio. E ti posso assicurare che per te non sarà piacevole.»
«Mi stai minacciando, Allen? O hai nostalgia del tuo vecchio posto?» sibilò in risposta Bennett con una nota di sarcasmo nella voce.
«Ti sto avvertendo. Per il tuo bene, ma soprattutto per quello del Bureau. Hai appena fatto una grossa cazzata, Harvey. Vedi di metterci rimedio e subito.»
«Farò del mio meglio.»
Quando la conversazione si chiuse, Bennett fece un gesto di fastidio, come se un odore sgradevole fosse entrato nella stanza e lui lo stesse scacciando via.
«Se riesco a mettere le mani sul dossier di Enerco, mio caro, sarai tu ad aver fatto una grossa cazzata, maledetto negro ficcanaso. E la più grossa della tua vita.»

[...]

Era tardo pomeriggio quando Nikonov ricevette l’email dalla polizia di Seattle.
La lesse e guardò la foto.
«Oh Cristo… È lei!» mormorò.
Si alzò oltre il separé che lo divideva dal suo capo.
«Sema, abbiamo una denuncia di scomparsa: una donna e la figlia a Seattle.»
«Ed allora?»
«Guarda la foto.»
«Per il Creatore… Sembra…»
«Non sembra. È lei.»
«Seattle? Che nome ha ora?»



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A SANGUE FREDDO di P. J. Horten


 
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