Blog dedicato ai libri, alle riflessioni, alle curiosità di Paul J. Horten, scrittore, fotografo, giornalista, lettore, testimone. Se volete essere sempre aggiornati sui contenuti di questo blog, mettete nella lista dei vostri. bookmark questo URL.
giovedì 6 settembre 2018
Spaceborne Marines: Perchè Eso?
Se si prende la definizione esatta di ESOSCHELETRO, le immense "Servoarmature" (Definizione dell'Imperatore nameriano Dostun I) usate dai Marines non sono affatto esoscheletri, ma più che altro qualcosa di simile ai MECHA.
Perchè è rimasta la dizione "Esoscheletri" o "Eso", come vengono chiamati dagli stessi Spaceborne Marines?
Bisogna risalire al progetto AACS ( Antropomorphic Armored Combat Suit) originale ed alle sue specifiche iniziali.
Il progetto prevedeva la costituzione di una forza d'assalto specializzata nella rapida costituzione e protezione delle zone di sbarco sulla superficie di un pianeta e, successivamente, del loro rapido allargamento e saldatura, in modo da costituire un fronte unico.
Le specifiche parlavano di un dispositivo INDOSSABILE fortemente corazzato ed in grado di portare almeno un cannone calibro .50 a fuoco rapido ed in grado di proteggersi da attacchi aerei a bassa quota e di attraversare fiumi larghi fino a 30 metri.
Inoltre l'AACS doveva sopravvivere in ambiente con contaminazione ABC ed alla detonazione di una atomica tattica ad almeno 5 km dal punto zero.
Non erano specificate né le dimensioni ne il MODO con cui il soldato doveva indossare l'AACS.
Diverse case costruttrici di dispositivi ad alta tecnologia cominciarono a lavorarci su e tutte con il medesimo approccio: un esoscheletro.
E tutte fallirono, una dopo l'altra, evidenziando difetti gravi. Famoso rimase il prototipo della Hillman Advanced Tech., che venne ripreso come l'esempio di cosa NON fare.
Alto circa 2 metri e mezzo, dotato di un piccolo reattore a CLT-5, rispondeva a molte specifiche del programma AACS, inclusa la dotazione degli armamenti. Il problema dei fiumi era stato risolto chiudendo tutto il riciclo di aria. L'AACS della Hillman poteva operare in immersione fino a cinquanta metri per un'ora prima di aver bisogno di rifornirsi d'aria.
Ai test di guado era previsto che l'esoscheletro si immergesse in un fiume, riemergesse sull'altra riva ed ingaggiasse dei bersagli.
L'AACS fece il primo test superandolo brillantemente.
Al secondo test, in un punto diverso, accadde un incidente: l'argine dove l'esoscheletro doveva riemergere era scosceso e fangoso e non consentì all'operatore di riemergere per completare il test. Quando l'operatore chiese di tornare indietro, Hillman gli negò il permesso e gli disse di trovare un altro punto. L'operatore esaurì l'aria (era durata molto meno della mezz'ora prevista) e morì di asfissia. L'AACS e il cadavere dell'operatore furono recuperati da dei sub della Fanteria Coloniale tre giorni dopo e non senza problemi.
La corazzatura si rivelò insufficiente contro i cannoni al plasma, la vivibilità ed il confort all'interno erano così limitati che i soldati dovevano uscire per riposare ogni 4 ore. L'autonomia del reattore era di una sola settimana.
Hillman promise di migliorare il progetto iniziale e il Comando della Flotta Stellare gli diede tre mesi.
Un giovane ufficiale dei Marines Federali (allora c'era ancora una componente navale con annessa componente di sbarco, in via di dismissione, perchè le navi come mezzi di trasporto avevano perso importanza con l'avvento dei trasporti antigravità...), il sottotenente Reginald Edson, riuscì a farsi ricevere dal comandante della Flotta Stellare ed a proporre un suo progetto. Aveva anche coinvolto, con il suo entusiasmo, un consorzio formato dalle case automobilistiche Pontiac, Chrysler, Ford e dalla giapponese Mitsubishi e dalla Rockwell Corporation (chiamato WARTECH).
Quando l'Ammiraglio Franklin, ormai prossimo alla pensione, vide i piani di Edson strabuzzò gli occhi.
"Lei pensa davvero di realizzare un esoscheletro da combattimento di quelle dimensioni e capacità?"
"Si signore. Ma non è proprio un esoscheletro. È più una piattaforma corazzata da combattimento."
"Ma è indossabile..."
"Se la vuole vedere così, ammiraglio."
"Ha un prototipo pronto?"
"No signore. Ma se possiamo avere un primo stanziamento... per farlo gli ingegneri sono pronti a lavorarci su anche h24."
"I soldi glieli faccio avere. Ma sulla scadenza non posso fare niente. Avete tre mesi."
"Ce la faremo."
Tre mesi dopo, il prototipo del Mark 1 veniva testato davanti all'Ammiraglio Franklin nel poligono di New Okinawa, allestito per l'occasione. Primus era la sede temporanea del Corpo dei Marines Federali, in attesa dello scioglimento e l'incorporazione nella Fanteria Coloniale.
Lo scetticismo era ai massimi: l'AACS era enorme, alto quasi 15 metri, pesante 250 tonnellate, lento (al massimo raggiungeva i 60 km/h) e mosso da pistoni idraulici e motori elettrici come attuatori. Era armato con un cannone a canne rotanti da 20 mm con una unica alimentazione e pesantemente corazzato.
Quando si trattò di varcare il fiume, il Mark 1, con ai comandi proprio Edson, invece di immergersi decollò, sfruttando dei repulsori antigravità e lasciando di stucco tutti.
Stennis domandò quale fosse la capacità di guado, in quel modo, del Mark 1. Il rappresentante del Consorzio WARTECH rispose che dipendeva solo dalla potenza del reattore e che in pratica non c'era un limite di ampiezza.
Franklin cominciò a nutrire un vero interesse ed un moderato entusiasmo per il progetto, di cui iniziava a vedere le enormi potenzialità.
Quando, alla prova finale, fu fatta detonare una atomica tattica da 3 KT e il Mark 1 rimase perfettamente operativo, tranne alcuni guasti ad alcuni sistemi secondari, l'Ammiraglio saltò in piedi e disse "Voglio quell'Esoscheletro quando sbarcheremo sul prossimo pianeta da conquistare!"
Inutili furono le correzioni della WARTECH: il programma era nato per esoscheletri da combattimento, i militari chiamavano tutte le macchine antropomorfe con dentro un soldato esoscheletri e quindi anche se il Mark 1 non era nemmeno lontanamente un esoscheletro il nome gli restò appiccicato.
Quando poi Franklin domandò ad Edson quali criteri adottare per selezionare i soldati giusti da metterci dentro, il giovane ufficiale rispose che c'erano già: quelli dei Marines Federali.
Sei mesi dopo i test di New Okinawa nasceva il Corpo dei Marines Spazioportati e la produzione dei Mark 1 procedeva a pieno ritmo. La 1° e la 2° SEU furono costituite e rese operative otto mesi dopo, contribuendo all'invasione di Xerus con risultati eccezionali.
In quell'occasione i giornalisti del Daily Federal, il quotidiano on-line di maggior diffusione nella Federazione Terrestre, titolarono Su Xerus gli Esoscheletri dei Marines salvano la Fanteria dal disastro. Ormai anche per la gente comune i mostri antropomorfi corazzati dei Marines erano esoscheletri.
E fu così che, nonostante la disapprovazione stizzita degli ingegneri del Consorzio WARTECH, agli Eso rimase questo nome.
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Così non vale!! Viene subito voglia di leggere un altro capitolo di questo universo...in fin dei conti ci sono ancora tre flotte Urdas in viaggio... o no? ��
RispondiEliminaEra una spiegazione che volevo scrivere da tempo... le idee ci sono per un sequel. Ma occorre tempo.
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