lunedì 6 novembre 2017

Backstage della serie “Le Investigazioni del MCCIB”







Dopo aver messo la parola FINE all’ultima riga della saga “Spaceborne Marines” confesso che mi ero sentito un po’ orfano.
La storia di Dexter Dax e delle imprese del Corpo dei Marines Spazioportati, nonché quelle personali dei vari personaggi, mi avevano trascinato. Ma anche svuotato.
Mi sembrava che non avrei potuto scrivere altro sull’argomento, anche se l’universo che avevo costruito ormai sembrava muoversi per conto suo.
Mi ero dilettato, da un paio di anni, a leggere le storie di una giallista svedese, Camilla Låckberg, rimanendo preso sia dalla trama investigativa sia trovandola, per molti versi, simile al mio modo di sviluppare le trame interpersonali e le timeline dei personaggi.
E mi era venuta voglia di scrivere dei polizieschi.
Avevo riflettuto a lungo, alla fine del 2016, come procedere e c’erano due ordini di problemi.
Il primo era il meccanismo investigativo da inserire nella trama.
La preparazione per la serie “Spaceborne Marines” era stata minimale.
Minaccia, il primo libro della saga, era stato concepito interamente nella mia testa.
Già con Eclissi, avevo cominciato a scrivere appunti, per non perdere i riferimenti e dare continuità all’Universo della Federazione (siamo circa all’anno domini 3000).
Con Resurrezione il volume degli appunti era aumentato a dismisura e almeno la metà del libro seguiva una pianificazione di massima, molto elastica nei dettagli.

Leggendo la Låckberg mi ero reso conto che per i polizieschi, invece, si richiedeva una pianificazione maggiore. Perché i protagonisti dovevano inseguire gli indizi disseminati dai cattivi per smascherarli.
Il che delineava un meccanismo rigoroso, molto simile a quello di un orologiaio che mette assieme le varie ruote secondo schemi precisi per far funzionare l’orologio.
Cosa implica per me questa consapevolezza?
Che, in pratica, la preparazione consiste nello scrivere (quasi) un piccolo romanzo (dove c’è l’antefatto, si introducono i personaggi nuovi, i cattivi, e gli indizi) prima di scrivere il romanzo vero e proprio.
Il secondo ordine di problemi era DOVE ambientarlo.
In Italia no. Non ci sarebbe potuta essere l’azione che volevo regalare ai lettori. Scordatevi le sparatorie. Parlando con i tutori dell’ordine (ed essendo io stesso stato uno di loro) un conflitto a fuoco nella vita operativa di un Carabiniere o di un Poliziotto sono cosa rara. Capitano una o due volte al massimo. E se, realisticamente, un tutore dell’ordine viene spesso coinvolto in tali incidenti, prima o poi viene messo in contesti diversi.
Quindi l’Italia era esclusa, almeno per un gruppo fisso di protagonisti.
C’erano gli States. Ma lì c’era il problema di non conoscere certe realtà in prima persona.
Altri paesi?
Poi l’ispirazione: avevo un intero Universo già pronto, soltanto da ampliare. Quello della Federazione all’interno della quale si era mossa la saga militare precedente.
Non solo.
Avevo già un “crimine” descritto alla perfezione negli ultimi tre capitoli di Resurrezione, e si intuiva già che l’MCCIB avrebbe dovuto rompersi il capo a risolverlo, sperabilmente senza mai giungere a farlo per motivi che, per chi ha letto il libro, sono ovvi.
Perché, allora, non creare un team del Marine Corps Criminal Investigation Bureau (dove il suo Direttore, Allen Stewart, compare come Agente Speciale già in Minaccia…) e farlo muovere in questo mondo futuristico, seguendo le stesse regole di Spaceborne Marines?


Nasce così, DOPPIA VERITÀ, e viene introdotto il personaggio di Sema Harna, la Morassiana.
Mi era piaciuta l’idea stavolta di una protagonista femminile. Non solo. Che fosse una Aliena appartenente alla Federazione.
I Morassiani mi erano piaciuti perché ordinati e controllati, anche se pieni di pulsioni (al contrario di un Mr. Spock di Star Trek che invece si controlla perché annulla le pulsioni…) ma una volta in azione, letali come pochi. Di questa specie ne sapremo di più mano a mano che gli episodi proseguiranno, perché uno di questi è ambientato proprio su Moras.


IL SENTIERO D’ORO, invece, seguiva due esigenze: i problemi con la vecchia casa editrice mi impedivano di usare Allen Stewart come personaggio. Quindi ho dovuto stravolgere l’assetto interno dell’MCCIB e la vita di Sema Harna dopo DOPPIA VERITÀ. Quindi ho pensato ad un furto di tecnologie operato da vecchi nemici della Federazione (l’esistenza dei Farasiani viene accennata sia in Minaccia che in Eclissi) ma che in realtà sono gli agenti di un nemico più grande e pericoloso (no spoiler!).  Questo però esigeva l’entrata in scena dei servizi segreti della Federazione (ed ecco che nasce la figura di Lucius Cornell, vagamente ispirata a Leroy Jethro Gibbs di NCIS e ad M di James Bond, ma in salsa americana) e, dovendo far compiere a Sema indagini sul campo, ad altri personaggi per una squadra. Arrivano così Ura Idryx, la Dariana, Grete Rinore, l’Elassiano o Elassiana, a seconda della mutazione in cui si trova,  e Aliksandr Nikonov, un Agente Anziano del MCCIB di origini russe (nato a Mosca), irruento, leale, donnaiolo e in azione una macchina da guerra inarrestabile, essendo un ex Marine della Prima SEU (la stessa Grande Unità da cui proviene Dexter Dax, se ricordate).
Ne viene fuori un poliziesco con il sapore della spy-story a cui si aggiungono personaggi già visti anche in DOPPIA VERITÀ (tutto il settore delle indagini forensi) che alterna momenti deduttivi a momenti di azione pura.
In quel periodo (fine 2016) l’ispirazione non ha avuto un momento di tregua. Ero particolarmente ricettivo e creativo. E l’idea di base era di abbracciare un periodo di cinque anni scandito da indagini cruciali del gruppo di Sema Harna che avvengono, più o meno, ogni sei mesi. Quindi circa 10 episodi.

A fine novembre 2016 ne avevo pianificati già sei, anche se l’episodio nr. 3, A SANGUE FREDDO, nasce da una ispirazione improvvisa, ascoltando la radio e sentendo una notizia curiosa nelle news: quella di una ragazza britannica di sedici anni che, condannata a morire in giovane età a causa di un terribile cancro, sceglie di farsi ibernare.
Che ci crediate o no, la trama di A SANGUE FREDDO è nata nel giro dei tre minuti in cui ho ascoltato il radiogiornale. Ricordo che ero in auto e stavo guidando, tornando a casa dopo un giro di commissioni. Il tempo di arrivare, prendere il mio fidato McBook, di aprire Word (le trame le scrivo sempre usando il word processor di Microsoft) e di tirare giù l’idea di base.
A SANGUE FREDDO si rivela complesso, con rimandi e collegamenti che si inseguono per tutto il libro e dovendo tenere a mente prima, e poi in un rozzo schema su Word, la timeline degli avvenimenti.
Scrivere A SANGUE FREDDO si è rivelato delicato, visto il tema, cioè la morte e le sue conseguenze, e intenso. Ma anche estenuante, spingendomi a trovare soluzioni tecniche, perché Word è un semplice word processor e non un software dedicato per la scrittura di opere creative.
Mi serviva di formulare timeline, di tenere conto della sequenza degli avvenimenti, di fare le schede dei personaggi, il tutto senza dover saltare in continuazione da una applicazione all’altra e da un foglio all’altro, con perdita di tempo e di ispirazione.
A febbraio 2017 esce A SANGUE FREDDO e comincio a cercare.
Scrivener, dopo un paio di giorni di ricerca su Google, si inserisce nell’ottica di migliorare il mio lavoro, e di renderlo più semplice.
Scrivener è un software per scrittori pensato da uno scrittore. È scaricabile nella versione demo per 30 giorni (più che sufficiente per conoscerne le potenzialità) ed offre il 90% di quello che andavo cercando (non ha una funzione board dove segnare la timeline, ma la “Corkboard” si adatta bene a questo lavoro, però…).
In più, mi produce, con la funzione Compile, direttamente sia i file ePUB che i file .mobi per Kindle, velocizzando la messa on line dei libri e delle correzioni.
L’assistenza, oltretutto, è ottima, sia via email sia sulla pagina dedicata su Facebook: ho ottenuto risposte a problemi tecnici sempre nel giro di poche ore.
Per 44 euro cosa si può volere di più?
Ah sì, Scrivener non mi paga per la pubblicità, né mi dà aggiornamenti gratis. Ritengo solo che premiare una ditta che lavora bene parlandone, e che mi ha reso il lavoro di scrittore più facile ad un costo contenuto, sia fare un servizio a chi, magari, fa la stessa mia attività e sta cercando una cosa simile. Poi sicuramente ci saranno software per scrittori migliori. In caso, fatemelo sapere…


Soddisfatto, comincio a buttare giù ad Aprile la trama di LIVELLO 5.
E lì il dramma. Arrivato a metà  l’ispirazione mi saluta e se ne và.
C’erano troppe cose che non mi erano chiare.
All’inizio ero preoccupato. E giravo con un quadernetto cartaceo dove mi annotavo ogni idea.
Tornato da un breve soggiorno al mare, ad agosto, qualcosa si sblocca.
Non mi domandate cosa.
So solo che ricomincio a scrivere (il romanzo era fermo da quattro mesi al Capitolo 7 e la pianificazione era stata fatta fino al capitolo 10…).
E i capitoli cominciano ad accumularsi uno dopo l’altro.
Quando Grete si traveste e fa la sua incursione nei Quartieri Blu, il gusto di scrivere e l’ispirazione erano tornati in pieno. Ero arrivato allo stadio in cui, concluso un capitolo, non vedevo l’ora di iniziare il successivo, come mi succedeva in  passato, per vedere come andava a finire.
Perché ormai la storia ed i personaggi avevano una vita propria.
Aver superato anche il fatidico numero tre nelle mie serie (LIVELLO 5 è il quarto volume della serie sul MCCIB…) era uno stimolo, come se avessi infranto una maledizione.
La fatica in quel caso è stata nel disseminare LIVELLO 5 di indizi giusti ma che potevano portare ad una conclusione con diramazioni multiple dal punto di vista logico e che solo un evento inaspettato poteva risolvere.
Quando ho posto la parola FINE ho sorriso.
Perché ero (e lo sono tutt’ora) convinto di avere di nuovo del materiale buono da proporre ai miei lettori.
Perché, essendo anche io lettore, pretendo dai miei autori preferiti di continuare a sfornare storie di ottimo livello e mai banali.
E quindi come autore sento il dovere di fare altrettanto.
Sono in un momento di pausa (LIVELLO 5 è appena uscito da una decina di giorni) ma sento già le rotelline nella mia testa che girano e la prossima storia dove Sema, Ura, Alexi e Grete agiranno che vuole essere raccontata.
Anzi… lo sviluppo è in parallelo non solo per l’episodio 5 ma anche per l’episodio 6 (Veerls Oreten sul mio blog… ricordatevi il nome di queste terre dimenticate di Moras…).
Ora ne sapete un po’ di più su come la serie “Le Investigazioni del MCCIB” è nata e si sta sviluppando.

Stay tuned.

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